Negli ultimi tre secoli la storia dell’umanità è stata costellata
di rivoluzioni scientifiche, grandi mutamenti del pensiero che hanno
profondamente influenzato l’idea che abbiamo di noi stessi e del nostro posto
nell'universo.
La prima fu la rivoluzione copernicana (1543), che tolse alla Terra il
ruolo di centro dell’universo e la ridefinì come un granello di polvere
orbitante intorno al sole.
La seconda fu la rivoluzione darwiniana (1859), che privò l’uomo della sua
aura di angelo e lo chiamò una scimmia glabra (come
disse Thomas Henry Huxley, biologo e filosofo britannico, 1825 – 1895).
La terza fu la scoperta dell’inconscio (1900), la teoria freudiana secondo la quale
l’uomo non è, come crede, padrone del suo destino, ma è governato da un insieme
di motivazioni ed emozioni ignote alla coscienza e la sua vita conscia è solo
un’elaborata razionalizzazione tesa a nascondere le vere ragioni del suo
comportamento.
Ora, però, stiamo per assistere alla rivoluzione in assoluto più grande: la comprensione del cervello umano, la struttura più complessa dell’universo, composto da 100 miliardi di neuroni (cellule nervose).
Ora, però, stiamo per assistere alla rivoluzione in assoluto più grande: la comprensione del cervello umano, la struttura più complessa dell’universo, composto da 100 miliardi di neuroni (cellule nervose).
(Vilayanur S. Ramachandran --- Che cosa sappiamo
della mente ---)
Nessun commento:
Posta un commento