11 marzo 2016

Alterità (terza parte)

Lo straniero è ritenuto inferiore per il timore che un innalzamento del suo livello di vita comporti per noi un precipitare al suo livello, fino a esserne sommersi, inglobati e risucchiati … Ma non è colpa dei cinesi se noi lavoriamo meno di loro, così come non è colpa loro se i nostri livelli di istruzione e preparazione professionale già oggi sono decisamente inferiori ai loro. Per non riconoscere la nostra indolenza lavorativa e ideativa (che è alla base dei processi di disgregazione delle nostre società opulente) preferiamo adeguarci sul pregiudizio razzista … Il timore del declassamento e della perdita della nostra identità non vale solo nei confronti dello straniero, ma anche nei confronti dell’universo femminile, la cui emancipazione è vissuta dall'universo maschile come una minaccia … Alla base del razzismo c’è, dunque, sempre il timore di perdere i propri privilegi … con, forse, un’unica motivazione quella di eliminare la concorrenza di coloro che nella storia sopraggiungono dopo di noi … non dunque il pigmento della pelle o le differenze culturali o religiose, ma il terrore di perdere la nostra ricchezza, perché tutti sappiamo che una ricchezza è tale non quando la si possiede, ma quando si è in grado di mantenerla … A questo punto (con il processo di globalizzazione che rende i confini incerti, le identità deboli) essere intolleranti non è più solo una faccenda di maleducazione, di arretratezza etica, ma è ritardo culturale di chi ancora non ha capito che il mondo in cui vive, essendo cadenzato esclusivamente dal mercato e dalla tecnica, ha spazzato via tutti i valori simbolici di razza, etnia, identità, individualità, religiosità, appartenenza, a favore dei semplici criteri di funzionalità ed efficienza … Per vivere all'altezza, occorre che le nostre scuole educhino la capacità di giudicare criticamente se stessi e le proprie tradizioni … cioè significa mettere in gioco tutte le credenze e accettare soltanto quelle che resistono alle richieste di coerenza e di giustificazione razionale … Oggi non si può più essere uomini restando chiusi nei confini angusti della propria tradizione, altrimenti possono crescere solo individui ignoranti e perciò intolleranti, perché non hanno mai assaporato il relativismo della propria cultura, della propria fede, delle proprie convinzioni, delle proprie persuasioni.
(Umberto Galimberti  --- I miti del nostro tempo ---)


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