... Nel corso
dell’evoluzione non ci siamo miracolosamente dotati di un’anima (o spirito, o coscienza, o mente) extrabiologica,
ossia diversa sostanzialmente da quella degli altri animali. Anche la coscienza umana, infatti, non è una
cosa, una sostanza, ma una funzione neurocerebrale … Non ha, insomma, nessuna
sostanziale autonomia … L’ipotesi che sembra più accettabile è che siccome noi
esseri umani abbiamo un cervello capace di funzioni conoscitive molto complesse
e sofisticate, il nostro organismo, per risolvere i problemi postigli
dall'ambiente, è in grado di inventare (ossia, di
trovare) soluzioni nuove, anziché limitarsi a reagire al livello degli
automatismi istintivi. Ciò che chiamiamo coscienza
è una sorta di equilibrio dinamico fra automatismi istintivi e funzione
inventiva (o immaginativa o creativa) del
nostro cervello. L’essere umano (come del resto
anche altri animali, sia pure in misura minore) è cosciente e creativo
solo nel senso che può agire (e reagire)
in modo imprevedibile, senza essere condannato ad attenersi meccanicamente ai
cliché dell’istinto. Lo stadio evolutivo da noi raggiunto, infatti, ci consente
una gamma di risposte molto più ricca di quella che contraddistingue tutte le
altre specie animali a noi note … Il senso
di colpa si è evoluto di pari passo con il progredire della mentalità
moralistico-religiosa. In particolare, l’avvento del cristianesimo ha
alimentato il mito della natura umana inevitabilmente miserabile, peccatrice …
Si tratta comunque di forme d’ansia, cioè di patemi psicopatologici,
correttamente definibili neurologici … Queste patologie neurologiche hanno
certo contribuito anche loro a far sì noi uomini inventassimo qualcosa da
adorare o idolatrare allo scopo di acquietarci. Ma una volta creata dall'uomo,
la nostra divina creatura, diventa a
sua volta un feticcio ansiogeno, anzi, l’Ansiogeno per eccellenza, in quanto ci
fa sentire inadeguati alla sua presunta perfezione e, soprattutto, alle sue
presunte richieste. Ai nostri giorni, comunque, si va facendo strada (tra mille resistenze ataviche) la consapevolezza
rasserenante che ogni senso di colpa è solo un disturbo emotivo più o meno
grave, un’ansietà, un’angoscia che è legittimo oltre che benefico cercare di
rimuovere … Ripeto, non cercheremo mai abbastanza di liberarci da qualunque
tomentoso incubo, e quindi anche da qualunque ossessione biblica del peccato …
Tendo a rifiutare la fede in qualunque idolo o divinità. Taluni credenti
obietteranno quanto sia arduo vivere, agire, lottare, morire sapendo che dio
non c’è. È arduo, certo: ma proprio questo è il destino di ogni essere vivente,
e quindi di ogni essere umano. Che lo si accetti o meno … non è certo questo un
buon argomento per sentirci in dovere di credere che dio esista, né, tanto
meno, di conformarci a venerandi sacri testi, per suggestivi che essi siano. In
estrema sintesi, probabilmente ci
farebbe comodo che dio ci fosse, ma questo non prova affatto la sua esistenza.
Dobbiamo quindi rassegnarci a vivere senza dio …
(Paolo Caruso --- Vivere senza dio ---)
Nessun commento:
Posta un commento