… I
cambiamenti che possiamo imputare al tempo non sono per forza un segno di
degrado o deterioramento … Se focalizziamo l’attenzione sul punto di partenza
del ricordo vediamo che esso scaturisce da una relazione (tra il libro o il film e noi) e dunque bisogna riconoscere che è proprio
siffatta relazione a essere cambiata e non necessariamente l’opera o noi. Una
relazione che può essersi arricchita, aver acquisito nuova vitalità, ben lungi
dall’aver perso in senso o in sostanza … La relazione con il proprio corpo, con
se stessi, non è più semplice. Non abbiamo l’occasione di guardarci in uno
specchio tutti i giorni e quando accade ci capita di rifuggire il contatto e ci
allontaniamo dopo un’occhiata breve o indifferente. Al contrario, qualche
volta, ci soffermiamo … Rimane il fatto che è sempre il corpo a dire l’età,
anche per chi (uomo o donna che sia) senza
darsi tregua e per tutta la vita si accanisce sull'esercizio fisico, il
jogging, il salto della corda ed è sempre attento all'alimentazione … Agli occhi
più esperti sono subito evidenti gli artifizi grazie ai quali la pelle del viso
sembra più liscia, quella del collo meno cadente o i capelli più folti … Arriva
il momento in cui cadono le maschere, in cui la cruda verità dell’età si
manifesta platealmente, un po’ prima o un po’ dopo, dipende, ma inesorabile …
Spesso l’invecchiamento si fa sentire presto e il crollo fisico coniugato a
un’età avanzatissima è l’esito ultimo di una lunga storia. A volte nell'aspetto
visibile, a volte per disfunzioni interne, il corpo tradisce le persone che,
prendono atto di siffatta sconfitta, si sentono anzitutto vittime del loro
corpo e rifiutano di ammettere che questa fragile spoglia mortale in via di
estinzione sia il sunto del loro essere e della loro identità … Si dice che la
solitudine sia uno dei mali più crudeli dell’età avanzata … Il problema sta nel
fatto che essa si impone come evidenza intima, ma anche come evidenza
esteriore: gli altri tradiscono, disertano, si ritirano, sprofondano nella
malattia o muoiono. Non si può invecchiare a lungo senza vedere molti amici
cari allontanarsi o scomparire. Il peggio è che ci si abitua. O, almeno, che
sembra ci si abitui, come se, non per indifferenza ma bensì per pudore, si
rifiutasse di considerare abominevole quella sorte che sappiamo essere comune …
Avere la nostra età significa vivere e i suoi segni sono dunque segni di vita …
La nostalgia, quella del passato che abbiamo vissuto e quella del passato che
avremmo potuto vivere, opera con la sua arma segreta, l’oblio, un’arma affilata
che incide al meglio lo spessore dei ricordi e inventa un passato che non è mai
esistito. In fondo in fondo sappiamo bene che il paradiso non era così roseo al
tempo degli affetti infantili … Quello che ripiangiamo non è mai esistito
poiché, al contrario, è la nostra proiezione presente, è la proiezione del
nostro desiderio presente che gli dona esistenza … Guardando al passato siamo
tutti creatori, degli artisti, ci avviciniamo, ci allontaniamo un po’, al fine
di non smettere di osservare e ricomporre il tempo andato … Invecchiare
significa sperimentare nuovi rapporti umani, un privilegio che molti non hanno
avuto e di cui è bene essere consapevoli … In ogni modo, il problema degli
esseri umani è che hanno bisogno degli altri per esistere appieno.
(Marc
Augé --- Il tempo senza età ---)
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