Solo l’animale può essere felice, dice
Leopardi. Perché solo l’animale obbedisce alla natura che è di gioire della
propria perfezione. L’uomo non ha accesso a questo stato naturale … L’uomo
tende costantemente a uscire dal suo stato naturale … L’uomo è un essere che
non può realizzarsi senza l’artificio e senza il tempo. È quasi incapace di
spontaneità, dice Leopardi … L’uomo non è mai nell’assoluto della felicità, l’assoluto
del presente, l’assoluto della natura. È nel relativo, perché paragona il suo
stato presente a un futuro possibile o un passato idealizzato. Paragona il suo
stato naturale a ciò che potrebbe farne usando la sua libertà e i suoi
artifici. Vuole cambiare. Dalla possibilità o necessità del cambiamento, del
passaggio, dell’alterazione nasce la speranza di una felicità che, di fatto,
non si realizzerà mai ma di cui non esistono prove che non possa realizzarsi. È
dunque in questa sola speranza che risiede l’idea della felicità. Ma è la
sorgente della sua infelicità … La ragione è pericolosa, dice Leopardi. L’uomo
è un animale contro natura, perché è un animale ragionevole. E la ragione,
contraria all'immaginazione e all'illusione, è contraria alla natura … La sola
caratteristica naturale e innata che risiede nell'uomo non è l’amore della
vita, ma l’amore di sé … Fuggendo da Firenze, dalla malattia, dalla povertà,
dalla presunta derelizione per un amore non corrisposto, Leopardi cerca un male
minore, non la felicità a cui non crede … L’amicizia di Ranieri era dolce,
perché non prometteva niente. Non cercava di ottenere dall'amico più di quanto
ne ricevesse, il che era già molto. Talvolta Leopardi si dimostrava tirannico
con Ranieri, perché, non sperando in niente, non temeva di mettere in pericolo
questa speranza per un eccesso di pretese.
(René de Ceccatty --- Amicizia e passione ---)
Nessun commento:
Posta un commento